Per tutti noi, la persona che amiamo più di ogni altra, quella che ci può mandare in orbita dalla felicità, è la stessa che può anche farci precipitare a terra. Basta un gesto insignificante, un commento inappropriato. Senza questa emotività non ci può essere vicinanza. Se la connessione con il nostro compagno è forte e salda, siamo in grado di affrontare questi momenti. Ma quando non ci sentiamo sicuri e connessi, questi momenti sono come una scintilla in una foresta infiammabile. Essi possono incendiare l’intera relazione.
Il dramma dell’amore riguarda questa “fame” di una sicura connessione emotiva, un imperativo di sopravvivenza di cui facciamo esperienza per tutta la nostra vita. La connessione amorevole è l’unica sicurezza che la natura ci abbia mai offerto. L’amore assicura la nostra esistenza.
Il bisogno umano di dipendere da una persona cara - di sapere che, quando “chiamiamo”, sarà presente per noi - non svanisce mai. Di fatto, persiste, per dirla con le parole di Bolwlby, “dalla culla alla tomba”. Da adulti, quel bisogno è semplicemente trasferito dai caregiver primari (i genitori) ai partner. L’amore romantico non è minimamente illogico o casuale. È la continuazione di una formula ordinata e saggia per la sopravvivenza umana (Sue Johnson. 2012. “Stringimi Forte”, ISC ed., Sassari), (Sue Johnson. 2014. “Love Sense”, ISC ed., Sassari).
La teoria dell’attaccamento (teoria dei legami affettivi) ci insegna che la persona amata rappresenta il nostro rifugio nella vita. Quando quella persona non è emotivamente disponibile o responsiva, ci sentiamo al freddo, soli indifesi. Siamo assaliti dalle emozioni di rabbia, tristezza, sofferenza e, soprattutto, paura. Ciò non deve sorprendere dal momento che la paura è il nostro sistema d’allarme innato, che si attiva quando la nostra sopravvivenza viene minacciata. Perdere la connessione con i nostri cari mette a repentaglio il nostro senso di sicurezza. Per sopravvivere, l’essere umano ha bisogno di connessione emotiva.
Tutti noi proviamo paura quando siamo in disaccordo o litighiamo con il nostro partner. Tuttavia per coloro che hanno legami sicuri, essa rappresenta un segnale passeggero. La paura diminuisce rapidamente e facilmente nel momento in cui ci rendiamo conto che non c’è una minaccia reale o che il nostro partner ci rassicurerà se glielo chiederemo. Tuttavia, per quelli di noi che hanno legami più deboli o logori, la paura può essere travolgente. Siamo invasi da un “panico primario”. Generalmente facciamo una delle seguenti cose: o diventiamo esigenti e appiccicosi nello sforzo di ricevere conforto e rassicurazione dal partner, oppure ci ritiriamo e ci allontaniamo nel tentativo di calmare e proteggere noi stessi. Non importa quali sono le parole esatte che pronunciamo, ciò che diciamo davvero in queste situazioni è: “Accorgiti di me. Stai con me. Ho bisogno di te”. Oppure “non lascerò che tu mi faccia del male. Mi calmerò e cercherò di mantenere il controllo”.
Queste strategie per affrontare il “panico primario” di perdere i legami con le persone care sono inconsce e funzionano, perlomeno all’inizio. Ma più i partner in difficoltà utilizzano queste strategie, più creano dei circoli viziosi di insicurezza che li allontanano sempre di più l’uno dall’altra. Più le interazioni in cui i partner non si sentono al sicuro aumentano, più entrambi diventano diffidenti, e ciascuno dei due finisce per pensare il peggio dell’altro e della propria relazione.
La collera, le critiche, le richieste rappresentano realmente dei richiami rivolti al partner, per risvegliare i loro cuori, per ricollegarsi emotivamente al proprio compagno e ristabilire un senso di connessione sicura.
Sotto tutto questo dolore e quella collera i partner si chiedono reciprocamente: posso contare su di te? Posso dipendere da te? Sei al mio fianco? Ci sarai quando avrò bisogno di te, E quando ti chiamerò? Ci tieni a me? Sono stimato e accettato da te? Hai bisogno di me? Ti fidi di me? (Sue Johnson. 2012. “Stringimi Forte”, ISC ed., Sassari), (Sue Johnson. 2014. “Love Sense”, ISC ed., Sassari).
“Il cuore di un uomo appassisce se non riceve risposta da un altro cuore” (Pearl S. Buck)
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Con un clinico EFT imparerete a tradurre le dinamiche negative (cicli negativi) della vostra coppia in messaggi di richiesta d’attenzione, premura e cura di fronte al distacco emotivo.
Tutto questo sarà la base da cui ripartire per la costruzione di un legame sicuro e duraturo fra di voi, creando vicinanza, fiducia e connessione.
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